Quando si pensa all’oro, generalmente il pensiero di tutti va in una sola direzione: quella del metallo giallo, nobile per definizione, conosciuto in tutto il mondo da millenni. Certo, basta entrare in una gioielleria per rendersi conto delle tantissime diverse varietà di oro che vengono utilizzate per realizzare i monili più diversi: dall’oro bianco a quello rosso passando, naturalmente, per il più tradizionale oro giallo. Questo senza citare le altre tipologie usate in ambiti diversi da quello della gioielleria: si pensi al metallo utilizzato per applicazioni odontoiatriche oppure a quello che si può trovare in alcune componenti elettroniche. Ma, nonostante tutte queste differenze, alla parola “oro”, l’immagine che si forma nelle mente dei più è, generalmente, sempre la stessa.
Esiste, però, un’altra differenza molto più sostanziale per quanto riguarda il prezioso metallo, che non comporta tanto differenze fisiche e visibili a occhio, quanto il modo nel quale l’elemento viene ricavato. Sicuramente è un aspetto meno conosciuto, me ben più importante e determinante rispetto alle tante variabili “fisiche” che possono riguardare l’oro.
Anzi, una volta lavorato e utilizzato per le tradizionali lavorazioni, l’oro è sempre oro, perché la differenza di cui parliamo in questo caso viene prima della lavorazione.
Ci stiamo riferendo al cosiddetto oro Etico, ovvero quello ottenuto rispettando precise norme nella fase di estrazione e nelle prime lavorazioni subite prima di arrivare al consumatore finale.
Il discorso riguardante l’oro etico è piuttosto recente e fino all’inizio del nuovo millennio praticamente non esisteva. Con il crescere della consapevolezza generale e con la maggiore attenzione dedicata ai temi della sostenibilità ambientale e dello sfruttamento di uomini e risorse, però, sull’oro etico si è accesa sempre più l’attenzione.
Ma quand’è che si può effettivamente parlare di oro etico? Innanzitutto per poter utilizzare questa definizione bisogna che il metallo sia stato ricavato senza l’utilizzo di agenti chimici o di esplosivi durante la delicata fase di estrazione. Non utilizzare questi agenti significa rispettare prima di tutto l’ambiente attorno ai giacimenti e le miniere, facendo in modo che qualsiasi attività di estrazione si ponga in maniera armonica e non invasiva con il contesto circostante.
Inoltre, nel rispetto proprio delle popolazioni che abitano i paesi, generalmente poveri, dai quali proviene la maggior parte dell’oro mondiale, l’estrazione del metallo deve essere effettuata in giacimenti gestiti con la piena collaborazione delle persone del luogo, che per prime devono essere coinvolte nel lavoro stesso di estrazione. Tutte le norme di sicurezza devono essere rispettate e non deve in alcun modo essere consentito il lavoro minorile.
A leggere queste norme sembrerebbe quasi scontato che sia sempre avvenuto così ma, purtroppo, non è vero, a maggior ragione se si pensa alle situazioni sociali ed economiche di molti dei Paesi da cui l’oro proviene dove, pur di avere un lavoro, molto spesso le persone acconsentono tacitamente a sottostare a condizioni disumane che minano seriamente la loro salute e la loro sicurezza. Non è un caso che più volte diverse organizzazioni internazionali abbiano sollevato il problema, cercando di far conoscere all’opinione pubblica questi risvolti deplorevoli legati al commercio dell’oro.
Oggi, per fortuna, il grido di allarme è sempre più ascoltato e, per questo, il discorso riguardante l’oro etico trova terreno sempre più fertile.
Tornando a parlare delle caratteristiche di questo particolare tipo di oro, per quanto riguarda la fase di lavorazione successiva all’estrazione, non devono essere utilizzati elementi che possano essere nocivi per l’ambiente. Niente cianuro o mercurio, quindi, due delle sostanze tradizionalmente più usate per separare l’oro dagli altri elementi di scarto ad esso eventualmente legati. Elementi che finiscono per essere assorbiti dal terreno e dalle piante, avvelenando la natura e, di conseguenza, le persone che quotidianamente vi hanno a che fare.
Da queste caratteristiche di cui si è detto, deriva la conseguenza facilmente intuibile che, per la maggior parte, i giacimenti di oro etico sono quelli originati dai depositi alluvionali. Si tratta di giacimenti che sorgono lungo i corsi d’acqua e nei quali, in genere, l’oro si presenta sotto forma di polvere aurifera o pepite di diverse dimensioni. Questo tipo di oro ha una purezza che si aggira intorno al 90%, rendendo il lavoro di separazione dagli altri elementi molto più semplice e possibile senza l’utilizzo di altri elementi nocivi.
Detto dei vantaggi indiscutibili a livello ambientale e sociale dell’oro etico, guardando al mercato è inevitabile notare come il metallo che abbia questa provenienza sia alla base più costoso. Una lavorazione effettivamente rispettosa di tutte le norme e che non utilizzi elementi nocivi, infatti, richiede maggiori fondi, ma se non ci si ferma alla mera questione economicamente immediata, si potrà capire come il risparmio esista e riguardi aspetti ben più importanti i cui effetti vanno valutati a lungo termine.
Basti pensare ai tanti e terribili disastri sociali che la sfrenata corsa verso i progresso e l’arricchimento ha portato nella storia. Se si cambia la cultura e l’atteggiamento di tutti, se si eliminano gli sfruttamenti e il proliferare di situazioni pericolose, il beneficio sarà per tutti. Per fortuna, i dati che indicano in costante aumento, negli anni recenti, l’oro etico immesso sul mercato, fanno guardare al futuro con rinnovata fiducia.
Una valida alternativa all’oro etico, se si vuole evitare di sfruttare ulteriormente l’ambiente, è quella di riciclare l’oro usato che non mettiamo più o recuperarlo dai cosiddetti rifiuti raee, che ne contengono più di quanto immaginiamo. Portare l’oro usato ai negozi compro oro, e permettere che il metallo prezioso venga riutilizzato per creare gioielli nuovi o oro da investimento, grazie alla fusione effettuata dai banco metalli, è un modo per rispettare il nostro pianeta, inoltre la vendita dell’oro inutilizzato o rotto, ci permetterà di racimolare un bel gruzzoletto da spendere come preferiamo.